GRAVIDANZA & ALLATTAMENTO

Il periodo della gravidanza e dell’allattamento sono particolarmente critici dal punto di vista nutrizionale, in quanto la dieta può determinare in modo rilevante lo stato di salute sia della madre, che del bambino.

Per ottimizzare lo stato di salute di una donna in gravidanza, e allo stesso tempo ridurre il rischio di malformazioni o malattie nel nascituro, è di fondamentale importanza che la madre raggiunga un buono stato nutrizionale prima, durante e dopo il periodo gestazionale, che prevede sia l’allattamento, periodo in cui le richieste energetiche sono ancora maggiori rispetto a quello della gravidanza, che una fase di recupero.
Questo aumentato fabbisogno nutrizionale, tipico del secondo e terzo trimestre di gravidanza, è stimato in circa 350 Kcal/die, mentre durante l’allattamento è di circa 500Kcal/die. Questo è ottenibile con un semplice aumento degli alimenti consumati normalmente, tuttavia ci sono alcuni nutrienti, il cui apporto potrebbe essere del tutto insufficiente rendendosi così necessaria un’opportuna supplementazione.

La supplementazione più “famosa” in caso di gravidanza è sicuramente quella in acido folico con 400 μg/die. Le principali fonti di folati sono i vegetali a foglia larga, il fegato, gli agrumi e i legumi. Questa supplementazione si rende necessaria per impedire difetti del tubo neurale (spina bifida o anencefalia), patologie in forte correlazione alla carenza di folati durante la gravidanza.
Inoltre la donna in gravidanza può consumare in aggiunta alla normale dieta, alimenti arricchiti opportunamente studiati o supplementi dietetici.
Viene consigliata la loro supplementazione anche prima della gravidanza, ovvero se si ha intenzione di avere un figlio, e dopo (durante l’allattamento con 350 μg/die).

  • La supplementazione deve iniziare 1 mese prima del concepimento;
  • Raggiungere i livelli minimi di consumo di folati (200 μg/die) e aggiungere una supplementazione si 400μg/die;
  • Nelle donne a rischio, ovvero che hanno avuto gravidanza e/o familiarità per spina bifida la dose giornaliera di folati sale a 4-5 mg/die;
  • La supplementazione di acido folico sembrerebbe concorrere a ridurre anche il rischio di altre complicanze gravidiche, in particolare cardiovascolari e (forse) sviluppo successivo di tumori dei tessuti nervosi.
FERRO

Le donne in gravidanza dovrebbero aumentare il consumo di alimenti ricchi in ferro, quali carne magra, pesce, pollame, frutta a guscio e cereali fortificati. Punto essenziale per aumentare la biodisponibilità del ferro negli alimenti è la sua associazione con cibi ricchi in acido ascorbico (Vitamina C), come ad esempio il limone.
Le linee guida consigliano un apporto di 30 mg di ferro durante la gestazione e l’aumentata assunzione andrebbe consigliata alla prima visita ginecologica dopo il concepimento in modo da favorire il deposito di ferro, utile sia per il periodo gravidico che post-partum.
Per questo può risultare idonea una supplementazione di 15 mg/die, mentre è assolutamente auspicabile la contemporanea assunzione di alimenti ricchi in Vit C e acido citrico per l’aumentato assorbimento di ferro che questi inducono.
Se modulata in modo appropriato una dieta vegetariana può essere, relativamente al ferro, equivalente a un’alimentazione onnivora, tuttavia lo stato di salute della madre va preventivamente accertato tenendo conto anche dei deficit secondari che una dieta vegetariana determina a livello nutrizionale. Il quadro può risultare ancora più complesso e critico per le donne vegane dove i deficit di ferro, Vit D, Vit B12 e Zinco possono raggiungere valori importanti.

CALCIO

Vista la necessità di trasferire calcio al feto, sia durante la gravidanza che durante l’allattamento attraverso il latte materno, è opportuno suggerire alla donna in gravidanza un aumento di assunzione di calcio attraverso un maggior consumo di prodotti lattiero caseari o un’opportuna integrazione.
L’integrazione molto spesso viene modulata insieme alla Vit D, in modo da determinare un miglior assorbimento di calcio nell’intestino e risulta necessaria soprattutto in quelle donne poco esposte al sole (ad esempio nei popoli nordici dell’Europa) o che non consumano derivati del latte (allergiche, intolleranti, vegane).

VITAMINA B12

L’apporto di questa vitamina è critico per le donne che seguono una dieta vegetariana o che escluda completamente tutti i prodotti di origine animale come quella vegana. In questi casi è imprescindibile l’integrazione insieme all’uso di prodotti fortificati in Vit D (come ad esempio il latte).

OMEGA 3

Il DHA (Grasso della serie Ω3 – acido docosaesaenoico) plasmatico risulta molto più basso in quei bambini nati da madri vegane rispetto a chi nasce da madri onnivore, poichè sembrerebbe coinvolto nella maturazione cerebrale ed oculare del feto. Per questo motivo le donne vegane dovrebbero consumare più spesso alimenti ricchi di Ω3 come semi e/o olio di lino, restando consigliabile un’opportuna integrazione.
Inoltre la supplementazione va consigliata alle donne fumatrici, anche se queste hanno smesso tale abitudine durante la gravidanza, poichè il fumo di sigaretta abbassa i livelli di DHA nel loro latte.

 


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